venerdì 21 dicembre 2018

venerdì 7 dicembre 2018

La guerra dei chip e dell'AI, ma soprattutto del 5G

Possiamo dirlo con cognizione: gli USA stanno cercando di bloccare lo sviluppo della Cina per quanto riguarda la tecnologia.
Se con i coreani si è trovato sostanzialmente un accordo, coi cinesi la questione diventa più complessa.
E sì, perché oltre ai cellulari che tutti conosciamo di Huawei, l'azienda ha una visione molto più ampia per quanto riguarda l'AI, intelligenza artificiale, ma soprattutto è uno dei driver principali per lo sviluppo delle reti mobili di prossima generazione: il 5G.
Inizia, quindi, a fare davvero paura questa Cina che ha la possibilità di spostare l'innovazione dalla Silicon Valley e quindi, di fatto, buona parte del controllo del nostro futuro.
Fermati i dazi, momentaneamente, Trump si concentra sulla tecnologia, comparto che sta permettendo agli USA di "controllare" buona parte del tempo delle persone intorno al mondo.
E sì, perché l'ecosistema di Google e Facebook controllano dispositivi e il tempo delle persone da qualche anno.
Se il problema fossero i chip, la discussione sarebbe sterile, oltre il 95% degli smartphone è prodotto in Cina.
Vogliamo parlarne?

martedì 27 novembre 2018

Perché si parla di FAANG quando Microsoft è l'azienda più capitalizzata al mondo

Ci sono cose che non capisco.
Vado ad eventi in cui si continua a parlare di FAANG, Facebook, Apple, Amazon, Netflix e Google, come il motore dell'economia digitale.

Poi guardo i dati di borsa, la capitalizzazione delle imprese, e vedo che Microsoft è al primo posto.
Il nuovo avanza, certo, ma se guardiamo le FAANG, qualche nuovo non è più così nuovo e Microsoft ha sempre veleggiato in queste due decadi nelle posizioni che contano. Con alti e bassi, certo, ma vogliamo confrontare il titolo con altre aziende?
Per questo, quando sento dire FAANG mi agito, e parecchio, perché non tenere conto del leader, che per altro da sempre trae profitto dai servizi, è qualcosa di incredibile.
E' come se ci si riferisse al mercato dell'auto facendo riferimento a Tesla, ma dimenticandosi GM o Nissan.

lunedì 12 novembre 2018

Perché Amazon vince e i concorrenti, in questo caso Mediaworld, perdono e perderanno sempre

Quelli di Amazon sono bravi nel vendere i prodotti e nel consegnarli.
Ma c'è un motivo per cui le persone prediligono questo servizio e non i concorrenti, nonostante i prezzi non siano sempre i migliori.
Il motivo è l'esperienza d'uso.
Ieri Mediaworld si è inventata gli sconti 11+11, sostanzialmente una buona idea di marketing.
Anzi, a giudicare dal numero di persone coinvolte, ottima e geniale.
Ma poi guardate questa foto e capite che molto probabilmente ieri Mediaworld avrà anche vinto, ma la guerra la continua a vincere Amazon.



Il rispetto per il cliente dov'è? Come si può scrivere che la tua prenotazione per l'ingresso nel negozio virtuale ha 40.000 persone davanti a te in coda e che il tempo stimato di risposta è di un'ora?
Come si fa, nel 2018, ad avere la coda dei clienti virtuali e averli tutti probabilmente compratori, ma scontenti e stressati?
Ma tutte le regole auree della customer journey dove sono andate a finire? Possibile che Mediaworld non le conosca minimamente?
Un'operazione che probabilmente nessuno al quartier generale immaginava potesse raggiungere un successo simile, nel 2018 non è accettabile, perché le tecnologie permettono di scalare e di accontentare tutti con una spesa irrisoria.
Il rispetto del cliente non esiste, eppure l'online ci insegna che tutti hanno gli stessi diritti e che il merchant ha una serie di doveri.
Amazon insegna a tutti, mentre Mediaworld e tanti altri non solo inseguono, ma prendono spunto da pessimi esempi: la cosa è tipica dei biglietti di TicketOne, un'altro esempio di chi fa l'online molto male.
Replicare l'esperienza frustrante della coda in un negozio online è una delle cose più imbecilli che si possano fare.
Ma se lo fanno, qualcuno vende loro i servizi e riesce persino a farsi pagare.

lunedì 15 ottobre 2018

mercoledì 3 ottobre 2018

Venire bloccati sui social è una cosa positiva?

Ieri, nell'ordine, sono stato bloccato prima da Twitter, poi hanno tolto due dirette da Facebook per segnalazione e infine mi hanno bloccato Facebook.

L'account Facebook è tornato viso solo ora, mentre con Twitter, sebbene a fatica sono riuscito a riattivarlo molto più in fretta.
Per i video delle dirette, invece, si è aperto un contenzioso.
E sì, perché se qualcuno segnala la diretta come contenuto inappropriato, si rischia seriamente il blocco e a quanto ho capito la cancellazione dello stesso (il blocco dell'account è la conseguenza di comportamenti ripetutamente scorretti).
Le dirette erano delle interviste ad un evento, niente di sconcio o volgare, di carattere divulgativo e giornalistico. Non c'era una connessione nemmeno con la pubblicità.
Eppure sono stati rimossi.
Non voglio invocare la libertà di espressione o la censura, perché non è il caso, ma è chiaro che c'è un problema evidente su questi social che va risolto.
Probabilmente da oggi passerò alla dirette su Youtube, un po' a malincuore, ma è probabilmente l'unica cosa possibile.
Forse.

mercoledì 26 settembre 2018

Amazon e Snapchat si alleano per l'eCommerce

Non so quanti di voi se ne siano accorti, ma l'eCommerce sta cambiando non solo andando incontro al mobile, ma entrando nelle chat. Il cambiamento non è per niente trascurabile ed è WeChat di Tencent che ha dettato la linea.
In Cina, vi assicuro, è già così!






Perché Apple si vergogna del notch?



L'avete notato anche voi?
Nelle pubblicità dei nuovi iPhone, Apple inserisce delle immagini con una zona nera in alto, che possa attorniare il notch.



E' un caso o gli esteti si stanno accorgendo che il notch fa schifo?

martedì 18 settembre 2018

Google Pay ai nastri di partenza

Una notifica e un'app. Così mi sono accorto che Google Pay è arrivato in Italia.
Non so a quanti, non so se a tutti, ma anche Google, finalmente, ha inserito i pagamenti da smartphone legati alle carte di credito.



In pratica, non si dovrà più portare la carta per pagare, basterà uno smartphone dotato di NFC, come avviene con i dispositivi Apple e alcuni modelli Samsung.

giovedì 6 settembre 2018

Cara Iliad, non ci siamo ancora. E non ci siamo proprio, anche a 8€ meno un centesimo

Non vorrei che il mio post passasse per quello di un cliente che ha disdetto perché nella sua zona di vacanza Iliad valeva quanto l'eco nel grand canyon.

E no, non è una questione di prezzo, ma di servizi.
Sbarcata in Italia, c'ero e ho fatto tra i primissimi la sim con la "macchinetta", ha fatto alcune promesse.
Siamo in un periodo in cui anche il governo promette tanto ma fa poco, ci può stare, in fondo segue l'onda dell'epoca contemporanea.
Iliad opera in un mercato, quello della telefonia mobile, che necessitava di una svecchiata e in questo compito l'operazione è riuscita piuttosto bene.
Non è stata una rivoluzione, Kena, che è la versione low cost di Tim, era già più o meno su quella lunghezza d'onda e molti operatori virtuali, con meno giga, se la barcamenavano agevolmente.
Dal punto di vista tecnico, il tempo di ping di Iliad è veramente rivoluzionario, perché leggere, ed è capitato più volte dal centro di Milano, 600 ms è qualcosa di mai visto in 4K, pardon, in 4G.
Tanti giga, ma instradamento lento. Certo, per la posta o per YouTube può bastare, tanto non se ne accorge nessuno, ma per le partite di Dazn è una Caporetto!
Fin qui, in fondo, non ci sarebbe nulla di male.
Non c'è nulla di male, in fondo, nemmeno per l'applicazione ufficiale ancora assente sugli store e sui terminali dei clienti.
Non ci sarebbe nemmeno niente di sbagliato nella comunicazione dell'ultima offerta: 7.99€ per i 50Gb, se non fosse che la stragrande maggioranza degli utenti non ha nemmeno una vaga idea di cosa farsene di 50Gb.
Inoltre, a 8€ senza un centesimo l'offerta diventa facilmente paragonabile a quelle che i non clienti Iliad hanno attualmente in tasca, altrimenti avrebbero già scelto la compagnia filo francese nei mesi precedenti!
In attesa della vera tariffa shock, i 2/3€ per chiamate e poco (o zero internet), diciamo che i clienti non sono, a leggere i social, molto soddisfatti del servizio.
Sono felici, ed è evidente, di aver abbandonato operatori più costosi ed è un'onda che pesa molto sulla soddisfazione, ma il prezzo in definitiva vale il prodotto acquistato e molti utenti, esigenti, se ne sono accorti.
Non ci siamo. La rete va migliorata, i servizi vanno migliorati, gli indirizzi IP devono essere tutti italiani, deve arrivare l'App, deve essere migliorata la portabilità, ci sarebbe altro, ma per generosità mi fermo.
Chiudiamo con una questione: la raccomandata per disdire il contratto, nel 2018 e da un operatore che si autodefinisce rivoluzionario, non si può proprio vedere.

mercoledì 5 settembre 2018

Il trilione di Amazon

Seconda azienda a raggiungere la cifra del trilione di dollari, mille miliardi di valore dell'azienda in Borsa, Amazon ha vissuto un rally significativo.
Infatti, negli ultimi tre mesi, prima ha vacillato nella seconda posizione di azienda con il maggior valore a New York, poi ha fatto una corsa da 200 miliardi di dollari.
200 Miliardi di dollari in tre mesi, 20% di crescita del titolo.

domenica 26 agosto 2018

Piccola guida se Dazn non funziona (e spesso non funziona) e come risolverli

L'esperienza, come consumatore, con Dazn non è delle migliori.
Non sono un utente normale, ho banda strasufficiente in casa con la fibra e posso fare il test con più dispositivi. La risposta, quasi sempre è negativa. Eppure, senza le dirette della Serie A, funziona tutto correttamente.
Sabato sera, Napoli Milan.



Via SmartTV (Samsung) non si connette, dice di ricollegarsi tra un'ora
Con X-Box il risultato è un errore. Sia con wifi sia con connessione con il cavo direttamente al router.
Stessa cosa con PS4, con problemi di App da risolvere.
Da iPad funziona, ma qualità pessima.
Da Smartphone (Samsung Galaxy S8 plus) funziona meglio con il 4g rispetto al wifi, ma comunque qualità ancora non soddisfacente.
Su PC, connesso in wifi, ogni due minuti di partita un minuto di blocco!
Su PC connesso al router con il filo, buona qualità, qualche frame che scatta, ma sostanzialmente in HD.
Si evince che serve la connessione via cavo per avere una visione decente.
Vado avanti.
Il PC connesso alla TV con Chromecast aumenta gli scatti.
Il PC connesso con cavo HDMI offre le medesime caratteristiche di visualizzazione del PC, diciamo accettabili.



Fin qui i miei problemi.
A leggere i commenti sui social, diciamo che per i primi trenta minuti le applicazioni, indipendentemente dalla piattaforma, forniva i codici errore 78-000-034 o 78-000-403.

Ma come fare per vedere Dazn?

Per vedere le partite, perché per tutto il resto le applicazioni non danno problemi, conviene fare essenzialmente due cose.
1) Collegarsi molto prima della partita, solitamente la partita è già presente, selezionarla e aspettare. Effetto collaterale: avrete un ritardo maggiore, probabilmente sentirete i vicini esultare o smadonnare prima che si veda l'accaduto sul vostro schermo.
2) La connessione in wifi per ora è sconsigliata, per il semplice motivo per cui aumenta il lag dei pacchetti. Nelle prossime settimane questo problema sparirà aumentando il buffer delle trasmissioni.

Non basta?
Molto spesso no. Per vedere Dazn su console, ma anche su computer, conviene riavviarle e possibilmente, soprattutto su computer, memorizzare la password, non si capisce il motivo, ma molti utenti hanno davvero faticato a farsi "riconoscere" dall'App.


venerdì 27 luglio 2018

Un nuovo museo a Milano (e pure gratis)

Apple ha aperto il proprio flagship store a Milano, ossia il suo negozio di rappresentanza.


E' così di rappresentanza che la gente fa la coda per entrare a vederlo.
E' praticamente un museo, con un esterno molto bello.
Ma non è il Louvre.
Dal Louvre vedi ogni tanto uscire qualcuno con in mano una  guida, un poster...
Se fossi in Apple, ci penserei ad allargare il business.

mercoledì 18 luglio 2018

La multina a Google...

La commissione europea ha comminato la sanzione a Google, e non è la prima volta.


L'azienda, che qualcuno si ostina a chiamare "motore di ricerca" dovrà pagare 4,3 miliardi di euro per abuso di posizione dominante del sistema operativo Android.
Lo scorso anno aveva ricevuto una sanzione da 2,4 miliardi di euro per aver favorito il suo servizio di comparazione di prezzi Google Shopping a scapito degli altri competitor.
Di questo passo, non si potrà più muovere, perché è evidente che su Android non può tornare indietro, anche a causa di assenza di competizione (a proposito, ad Apple una multa per qualcosa di simile non la diamo?) e quindi dove si alzerà l'asticella? sul mercato della pubblicità online che con Facebook controlla per oltre il 50%? Oppure quello delle applicazioni per smarphone, dove anche qui con Facebook controlla ben oltre il 50% del tempo degli utenti?
Mi chiedo una cosa: avranno abusato, e ci può stare, ma quali alternative ci sono?

giovedì 12 luglio 2018

Se la rete cade... prima 3, poi Vodafone, prima Facebook poi Youtube...

Questo  uno degli argomenti più importanti per il digitale.
Se raccontiamo che il digitale è il nuovo petrolio, che i dati sono la benzina, possono la rete o i servizi non funzionare per qualche ora?

Quando ero piccolo, con i temporali capitava che saltasse la corrente elettrica e sarebbe tornata dopo qualche ora. Nei paesi di montagna capita ancora. Con il caldo, i condizionatori aumentano la potenza ed è capitato negli ultimi anni che si verificasse un blackout. Questi eventi non sono accettabili, le cose possono accadere, ma la rete elettrica (e non vado oltre facendo nomi di aziende, ministri, ....) si è adeguata per resistere.

Per internet e per i servizi, invece, nonostante si parli di reti intelligenti, 5G, fibre e cloud fantastici, accade veramente troppo spesso.
Non mi interessa indagare qui sui motivi dei malfunzionamenti, mi interessa fare il punto su un aspetto: è accettabile tutto questo?
Le aziende senza corrente elettrica non lavorano, ma se digitalizziamo tutto, anche senza internet o i servizi non lavoriamo. Se il lettore delle carte di credito contactless dell'ATM non ti permette di uscire dalla metro, è accettabile nel 2018? Basterebbe avere processi alternativi per sistemare le cose...
E cosa si fa per ovviare a questi problemi? "Shit happens", ma molto è evitabile con processi differenti.

lunedì 2 luglio 2018

Piccoli autogoal di comunicazione tecnologica (Apple)

Ma tu stai davanti al computer o dietro?



La questione non è banale. Lascio la pubblicità che in questi giorni circola sui siti e sulle TV italiane.


Adesso vi lascio quella USA.


Ma dietro al Mac ha senso? creo davanti o dietro? Capisco l'esigenza di mostrare la mela morsicata, il design del computer, ma si crea davanti.
Sbaglio io?

mercoledì 20 giugno 2018

#LinkTax: non c'è limite alla demenza degli editori e alla miopia dei politici

C'è chi esulta.
Eppure c'è poco da esultare.
Se sei un editore, visto che si sta ipotizzando di pagare i link pubblicati di news, rischi di finire nell'oblio, visto che nessuno pubblicherà più un link.
Se sei un utente, che cosa te ne fai di un social network che pubblica solo selfie e gattini?


Ci vuole del genio.
Non mi va molto di parlarne, vi lascio un articolo, attraverso un link, che lo spiega.
In nome della lotta alla pirateria, perché nasce da lì, ci si taglia il sostentamento minimo.
Imbavagliare internet è il sogno di tutti questi burocrati, e il tutto in favore delle fake news.
Ci vuole del genio.

Piccolo update da PrimaComunicazione (ore 18.25)

giovedì 14 giugno 2018

Come vedere i mondiali in ufficio direttamente da Mediaset senza dover hackerare: basta Google!

I mondiali in Russia si giocano in orari strani, la gente tipicamente lavora.



Come fare a vedere le partite dei mondiali in ufficio se non si ha a disposizione una TV e se il firewall aziendali bloccano certi siti internet?
Certo, potete installare l'App sul cellulare, scollegarvi dal wifi aziendale, ma consumereste i giga e anche se avete fatto un contratto con Iliad, i 30 Gb non basteranno per vedere tutte le partite delle 14.00 e delle 17.00.
Aranzulla propone una soluzione lunga e inapplicabile: installa software passa da siti e via di seguito. Se il computer è aziendale fare queste operazioni non è sempre possibile!
Comunque, se siamo in Italia, non serve tutto questo, basta Google!




Infatti, basta copiare l'indirizzo (url) del canale dal sito Mediaset e utilizzare Google traduttore (Google Translator).
In un attimo, facendo tradurre la pagina, avrete il sito aperto e disponibile per vedere la partita.

http://www.mediaset.it/canale5/
http://www.mediaset.it/italia1/
http://www.mediaset.it/20mediaset/
http://www.mediaset.it/mediasetextra/


La follia dei diritti TV della Serie A

Per chi non lo sapesse, lascio questo link sulle cifre dei diritti TV del campionato francese.
Con tutto il rispetto il campionato italiano vale un po' di più, non vi pare, e non per puro campanilismo.
In qualsiasi caso, è stata lanciata già online la campagna di Perform, che avrà in esclusiva (per ora) il posticipo del sabato, la partita di mezzogiorno della domenica e una del pomeriggio sempre di domenica.



La piattaforma si chiama DAZN (da-zone) e costerà 9.90 euro al mese, primo gratis, si può recedere come accade per Netflix o Spotify. Si verdà su SmarTV, tablet, PC, smartphone e console di videogiochi.

martedì 12 giugno 2018

Il gaming tira e rinasce su PC

Lo sforzo delle console di gioco di questi anni è stato profuso per ritardarne l'estinzione.



In pratica, sono diventate il surrogato di qualcos'altro, un computer o un tablet.
A Los Angeles stanno iniziando a muovere i primi passi i giochi in streaming, nel senso che c'erano già, ma non industrializzati.
Il futuro prossimo potrebbe essere fatto da mini stick da inserire nella TV per giocare, stile FireStick o Google ChromeCast.
Molti si chiederanno il motivo, ma la risposta è semplice: un gioco oggi rischia di raggiungere i 50 Gb di spazio su disco, a cui sommare il tempo di scaricamento, aggiornamento e orpelli vari.
Inoltre c'è sempre la pirateria in agguato.
Quindi cosa ci può essere di meglio che creare un servizio in stile Netflix?

PS l'articolo è volutamente esagerato e provocatorio, ma è una direzione facilmente prevedibile. Per ora nascono PC "supercarrozzati", con mega estensioni esterne anche per i notebook.

lunedì 4 giugno 2018

Quanto vale una comunità di 28 milioni di programmatori? Oltre 6 miliardi di dollari

Microsoft annuncerà ufficialmente l'acquisto di GitHub.
Si tratta della più importante comunità e repository per i programmatori a livello mondiale.
Gli utenti che lo utilizzano sono oltre 28 milioni e si può trovare davvero di tutto e per ogni tipo di linguaggio di programmazione.
Due anni fa l'azienda era stata quotata 2 miliardi di dollari, ora si dice che Microsoft sia disposta a pagarla oltre 6 miliardi di dollari.
Vale così tanto?
Probabilmente sì, nel senso che è nel mirino di tanti colossi dell'ICT, è il punto di riferimento riconosciuto del settore e funziona bene. Molti analisti parlano di una valutazione sotto i 4 miliardi, ma è chiaro che verrà ceduta per molto di più.
Microsoft sta andando verso l'Open Source, è la principale fornitrice di progetti sulla piattaforma e potrebbe darsi una grossa "riverniciata di fresco" presso i programmatori a livello mondiale, ricordando che detiene quote enormi anche per i tools di sviluppo.
Un passo decisamente nella gusta direzione.

Update delle 16:20

L'azienda è stata quotata 7.5 milardi di dollari, pagata in azioni.
Qui una foto di Nadella

giovedì 31 maggio 2018

La rivincita di Microsoft (che sorpassa Google)

Microsoft è attualmente la terza azienda con il valore di borsa più alto, dopo Apple e Amazon.
Infatti, ha superato Alphabet, casa madre di Google capitalizzando 753 miliardi di dollari contro i "soli" 739 di Google.


Un posto riconquistato dopo quattro anni di fatiche, ossia dalla rinascita di Satya Nadella e la dipartita di Steve Ballmer.
Il futuro sembrava scritto per le FAGA (Facebook, Apple, Google e Amazon), ma i bilanci e le linee di business dicono cose diverse.
Escludendo Amazon che è veramente ecclettica, i bilanci delle altre tre sono fortemente indirizzati da un solo prodotto.
Apple e l'iPhone, Google e Facebook con la pubblicità.
La differenza per Microsoft è il bilanciamento tra il mondo cloud, i sistemi operativi e dispositivi e infine "il mondo office".
Una crescita costante, in questi anni ha raddoppiato il valore di borsa, che dimostra che l'azienda è ancora viva.


E' cambiata? Nelle persone, soprattutto in Italia, nella proposizione e nei servizi offerti e magari non sempre in meglio, ma spesso è il mercato a far compiere le scelte di business, le occasioni e le opportunità che si possono compiere. In questi anni è entrata e uscita da segmenti con facilità e perdendo cifre importanti, ma è sempre lì a studiare le occasioni.
Ha margine di miglioramento in tante aree, partner solidi su cui fare affidamento ed è proprio da qui che potrebbe nascere la scalata al secondo posto, in fondo Amazon è capitalizzata solo 29 miliardi di dollari in più.
Quel solo è perché la cifra, 30 miliardi, corrisponde a una manovra finanziaria correttiva tipica italiana. Ci rendiamo conto?

mercoledì 30 maggio 2018

Iliad e i leoni da tastiera (che parlano senza avere nemmeno la SIM): storia di surrealismo social



Iliad ha lanciato la sua offerta.




Ho postato qualche piccolo disguido, avendo preso la SIM attraverso la macchinetta automatica SimBox.


Niente di preoccupante, difficile da configurare la portabilità (non l'avrei comunque fatta), qualche difficoltà con alcune carte di credito, ma soprattutto la mail con Login e Password vuote per accedere al pannello di controllo della Sim (utile anche per fare il passaggio dell'operatore entro le 48 ore, così dicono).


In qualche "gruppo" mi sono beccato una rafficata di insulti del tutto gratuiti, con tanto di "pagato da TIM e Vodafone" per dimostrare che sono degli incapaci.
Ringrazio ovviamente per l'attenzione, ma raccontare quanto avviene va parte del mio mestiere. Io parlo, la Sim ce l'ho, la connessione è davvero in 4G (a Milano), non l'ho ancora provata fuori porta, il servizio clienti ha risposto nel giro di mezz'ora alle mie richieste.
Sono peccati di gioventù, era il giorno ZERO.
Chi critica lo fa per partito preso, ma non è ancora cliente. Quindi perché lo fa?
Non è una polemica sterile. Perché per sentirsi superiori, importanti, considerati?
A me francamente non frega niente se mi insultano, soprattutto se sto facendo il mio lavoro di osservatore critico, il più possibile corretto. Non ho detto guarda questi che cosa fanno, ho detto, bene ma non benissimo e lasciamoli lavorare.
Tutto qui. E dove sarebbe il mio "livore nei confronti di un operatore che finalmente è dalla parte dei consumatori?". Per un attimo ho creduto che fosse qualcuno dell'azienda, ma mi hanno detto che non era così e mi hanno ringraziato per aver segnalato per primo l'errore nell'invio delle credenziali.
In buona sostanza: l'azienda mi ringrazia per aver segnalato il disservizio e i clienti probabili, possibili e comunque futuri mi insultano.
Verso surrealismo social!


venerdì 25 maggio 2018

E quell'austriaco col GDPR in mano è partito all'attacco di Facebook e Google (per quasi 8 milioni di euro)

Il GDPR è qui, e ci resterà.
In Italia è un po' nel limbo a causa dei parlamentari lenti, che si sono dati fino al 21 agosto (ma le camere non sono chiuse?) per definirlo, ma c'è, è in vigore.
Una volta lanciato il regolamento, qualcuno ha deciso di attaccare le due major con una causa molto corposa.


Alle 00:06 del 25 maggio. l'attivista ha inviato una richiesta al "garante europeo".



Si tratta quindi di Max Schrems, appartenente a “None of your business” (il nome è già un programma: non sono affari tuoi), che è un’associazione no profit.

Gli accusati sono il sistema operativo Android, Facebook, Whatsapp e Instagram.
Ma di cosa sono state accusate? Di consenso forzato, ossia di aver tempestato gli utenti per ottenere l'accesso alle applicazione fornendo il consenso all'uso dei propri dati.

Domanda: ma quante mail hai ricevuto in questi giorni che parlavano di privacy, rispetto, "restiamo in contatto"? Tutti servizi che, probabilmente, non avevano ottenuto il consenso con la precedente legge sulla privacy. E sì, perché se per esempio si ha un nominativo iscritto a una newsletter, già precedentemente si doveva garantire sia la cancellazione sia l'accettazione, con un messaggio intermedio, della consapevolezza di cosa si sarebbe fatto con quei dati...

martedì 22 maggio 2018

Le 3 occasioni perse dall'Europa e da Facebook all'audizione di Bruxelles (senza tasse e neutralità)

Ieri Mark Zuckerberg è andato all'audizione presso il parlamento europeo.




Sia l'azienda sia i politici hanno perso diverse occasioni nonostante i toni trionfalistici.



Il parlamento europeo ha perso la più grande occasione (di sempre, per dirlo in modalità Apple) per dimostrare l'importanza e la centralità della propria funzione. Non entro nel merito delle domande poste e nemmeno sul tempo dell'audizione, ma sul fatto che il Ceo di Facebook ha risposto a domande inviate precedentemente. Dove sta l'indipendenza? La cosa più incredibile è che di fronte ad uno degli uomini più potenti della terra in questo momento (piaccia o no è così) dei politici siano così disponibili a piegare la testa, quasi più preoccupati di poter raggiungere il proprio elettorato con Facebook rispetto alle questioni serie. L'impressione che il Parlamento Europeo sia subordinato pesantemente e con meno potere rispetto a quelli nazionali è, di fatto, evidente anche dalle reazioni dei politici inglesi che pretendevano, a causa delle Brexit che pesa tantissimo sulle loro teste, un'audizione personalizzata.







Facebook si è scusata, Zuckerberg si scusa, "eravamo impegnati sulle minacce di virus" è una mossa troppo puerile mesi dopo lo scandalo Cambridge Analytica. Ora si doveva parlare di fatti, di futuro, di mosse concrete, sono passati 40 giorni dalle audizioni americane, ci si attendeva qualcosa di più.
"Fake news, interferenze esterne nelle elezioni e uso illecito dei dati degli utenti restano un problema grave. Ci vorrà tempo per operare i cambiamenti necessari ma sono impegnato a stanziare gli investimenti necessari per risolvere questi problemi"

Ma non è tutto.

L'errore più grande commesso da Zuckerberg e il parlamento europeo è stato quello di rivolgere l'attenzione alle PMI, alle piccole aziende, coloro che non possono fare a meno dell'occasione di sfruttare i canali a disposizione delle proprietà di Facebook.
Perché è un errore? Parlare del 6% di introiti pubblicitari, della presenza di applicazioni anche della concorrenza non aiuta la discussione per l'Antitrust, e il grafico di ComScore lo dice chiaramente, dati di marzo.




Facebook non è un elemento terzo, trae guadagno dalla pubblicità che queste aziende fanno sui social e, guarda caso, ogni anno trova il modo di cambiare gli algoritmi di visualizzazione dei contenuti per fare in modo che le aziende debbano spendere di più per mostrare i propri contenuti. Di questo non si è scusato.
Se Tajani e Zuckerberg avessero voluto fare bella figura, non avrebbero dovuto parlare solo di regolamenti e di investimenti in Europa (per l'intelligenza artificiale che porta vantaggi solo a Facebook), ma di neutralità della rete, di tassazione, di libertà dei cittadini.
Invece no.
Peccato.





Il GDPR: meglio conoscerlo

Non tutti sanno cos'è il GDPR, eppure è una legge importantissima, lato consumatori e lato aziende.

Ma serve a tutti?
Riassumo, per semplicità, questa immagine, pensata per la PA ma che vale per tutte le imprese.



È sufficiente dotarsi e utilizzare un software per risolvere i problemi di adeguamento al nuovo regolamento?


Il DPO è direttamente responsabile in caso di inosservanza del GDPR?

Bellsario un po' di chiarezza su alcuni punti controversi che riguardano ruolo e funzioni del responsabile per la protezione dei dati.



Ma cambia qualcosa rispetto alla vecchia legge sulla privacy?



Perchè il data breach diventa un problema?




Ma in termini di protezione del brand, cosa accadrà con il GDPR? E soprattutto, cosa accadrà a servizi come Whois?

domenica 20 maggio 2018

Facebook è capace di adattarsi

In tanti parlano di Facebook, della privacy, delle leggi presenti e future, ma pochi guardano le aziende e gli avvenimenti nel modo giusto.
Infatti, Facebook con Internet.org ha dimostrato di sapere imparare, di sapere ascoltare, anche se Zuckerberg resta un irrimediabile zuccone, ha sempre dimostrato di saper far cambiare direzione alla sua azienda, fin dall'inizio.
E' nel DNA, quindi, altro che la fine di Facebook.
Vi lascio una lettura interessante (è in inglese, ma comprensibile).


Se la cosa non vi convincesse, se ancora nutrite dubbi sulla potenza delle FANG (le iniziali dei principali unicorni borsistici di tecnologia), guardatevi questa grafica di ComScore che riguarda l'uso delle App in Italia.



Non siete convinti?

venerdì 11 maggio 2018

Un esempio di robotica

Si parla tanto di robotica, automazione.
Ma come sarà il magazzino del futuro?
Guardatevi questo video.



giovedì 10 maggio 2018

Un po' di ironia su Instadown (instagram down)

Instagram è stata down, ossia non raggiungibile, per qualche ora.
Un dramma sociale più che social.
Proviamo a riderci sopra.



Nessun gattino segregato e i piatti mangiati caldi appena portati!


mercoledì 9 maggio 2018

E se il franchising delle spedizioni incontrasse l'eCommerce? Il caso QuiPoste

Spedire, ricevere e garantire: questo è il problema.
Alla luce di quanto sta accadendo e di come cambiando le abitudini degli italiani, è del tutto normale che un operatore del settore logistica possa cercare nuove strade e nuovi profitti. Non è solo una questione di prezzi, quanto di servizi. Tracciabilità, gestione dei pacchi, ricerca dell'efficienza.
Tutto questo per parlare di QuiPoste, società che si occupa di frachising di uffici postali, garantisce servizi sia per privati sia per aziende. Dalle spedizioni ai servizi di pagamento, ma anche invio di lettere raccomandate, imballaggio e confezionamento pacchi, spedizioni nazionali e internazionali, pagamento di bollettini bancari MAVe RAV e altro ancora.



Una rete di servizi sul territorio che sfociano persino nella gstione dei prestiti o come risparmiare sulla bolletta di luce, gas, ADSL e telefono, grazie all'accordo siglato con Facile.it.
Attualmente, conta più di 60 affiliati in tutta Italia e il numero sta crescendo. QuiPoste ha lanciato la proposta di franchising alla fine del 2011, è una realtà tra le più conosciute del settore e offre ai franchisee una serie di vantaggi.
Per esempio, i servizi offerti da QuiPoste sono caratterizzati dall’elevato rapporto qualità/prezzo, dovuto all’elevata competitività dei prezzi offerti. Tutti i servizi di spedizione proposti da QuiPoste, offrono un sistema infallibile di tracciabilità dei pacchi gestito direttamente dall’ufficio che offre il servizio ed è visibile sul sito QuiPoste inserendo il codice operazione.



Le spedizioni con i corrieri sono gestite dai migliori del settore, e non opera solo sul territorio nazionale, ma raggiunge ogni parte del mondo con spedizioni via terra, aeree e anche via mare per grossi quantitativi a prezzi sempre più competitivi.
Per finire, è garantito un sistema di assistenza diretta e costante per ogni eventuale problematica. Operatori preparati gestiscono quotidianamente le richieste di assistenza ma anche le varie richieste informative che partono dai clienti. Insomma, usufruire dei servizi postali non sarà mai cosi semplice e piacevole.

Un po' di sano surrealismo tecnologico offerto gentilmente da Google

Ricapitolando: #google ha fatto in modo da avere un agente vocale che fa una chiamata reale per prendere un appuntamento dal parrucchiere.
Non bastava fare interagire il mio cellulare con il #calendar del negozio (una chiamata alle API, sai che lavoro) e quindi fissare appuntamento in un attimo senza disturbare nessuno?
#surrealismodigitale
Non ci credete, guardatevi il video.

giovedì 3 maggio 2018

Le novità di Facebook all'evento f8

F8 2018 segna il nuovo passaggio di Facebook.
Mark Zuckerberg si è presentato sul palco senza maglietta, ed è già il segno del cambiamento e rottura rispetto al passato.
Attenzione alla privacy, da un lato, nuove opportunità dall'altro.
Non è un caso che l'annuncio di un'app per il dating abbia fatto crollare del 20% il valore in borsa di Tinder.
Molta attenzione sull'intelligenza artificiale, sia per individuare le fake news, sia per bloccare i commenti molesti, ma anche per selezionare i post che potrebbero interessare gli utenti di Facebook, ma anche di Instagram.
E le video chiamate, ormai diventate fondamentali nel mercato USA, che su WhatsApp diventano di gruppo.

martedì 24 aprile 2018

Genitori e figli: il rapporto con i Social è difficile (#Milanodigitalweek)

Qui un breve riassunto video dell'evento che ho tenuto durante la #Milanodigitalweek alla Samsung Arena presso il Samsung District il 17 marzo 2018.
Per la puntata di Digital Invasion. Ospiti: l'assesssore all'innovazione digitale del Comune di Milano, Roberta Cocco, e Mario Levratto, marketing manager di Samsung Italia che ringrazio per l'ospitalità.



martedì 27 marzo 2018

Facebook cambia rotta per evitare un'altra Cambridge Analytica

Da qualche ora non è possibile creare nuove applicazioni.



Le applicazioni di Facebook non riguardano solo la piattaforma, perché per esempio sono il motore del login con l'account di Fb, piuttosto che i chatbot su messenger.
Sta congelando la situazione per due motivi.



Prima di tutto il rinnovamento della piattaforma, che viene anticipato di qualche settimana.
E poi per cambiare le condizioni d'uso e quindi tamponare la fuga di informazioni dalla piattaforma.
Nel frattempo, le indagini mostrano che l'azienda conserva i dati sensibili degli utenti e si sospetta (m come si sospetta) ufficialmente che vengano lette le rubriche e gli sms dei cellulari.
Incredibile come nessuno abbia notato cosa compare sui telefoni Android nel momento che si installa un'applicazione dell'ecosistema di Facebook (fb, Instagram, Whatsapp), perché l'azienda lo dichiara apertamente a tutti.

mercoledì 17 gennaio 2018

I giornalisti, gli editori e i creatori di contenuti non sono apprezzati dalle parti di Menlo Park

Un dato di fatto.
Facebook non ama i contenuti prodotti dai brand e dai giornali. Progressivamente negli anni ha deciso di mostrarne sempre meno nei feed degli utenti, ma con l'ultima mossa, ha messo la parola fine alla questione: solo pubblicità, altrimenti briciole.



L'inganno degli instant article è finito, così come la condivisione dei guadagni pubblicitari con gli editori sugli stessi, perché la cosa non ha mai funzionato a dovere.
Adesso, in nome dell'abolizione delle fake news, verranno mostrati prevalentemente i post di amici e parenti: sai che noia!



Questo è il terzo colpo ben assestato ai media.
Il primo era al concetto di brand.
Il secondo al concetto di autorevolezza, alla base, da sempre, del rapporto di fiducia tra editore/giornalista/creatore di contenuto e utente/cliente.
Il terzo è al business model dei giornali, perché se la visibilità la si conquista solo a pagamento (in percentuale le condivisioni degli utenti è limitata), il sistema non si regge più.
Certo, resterebbero le revenue potenziali dai video, che apparentemente non verranno penalizzati, ma anche qui si guadagnano centesimi di euro (sono buono e dico 50) per 1000 visualizzazioni.
Sembra quasi un'elemosina.
Facebook era impegnata a trattenere l'utente nella piattaforma, adesso lo costringerà ad uscire per trovare le informazioni, perché "queste non gli cadranno più addosso."
Le cose sono due: o si tratta di una forma di controllo innovativa sugli utenti (innovativa è un eufemismo), oppure hanno deciso di perdere clienti.
La Borsa non sta premiando la scelta di Mark.
Vedremo cosa accadrà in futuro.